Se il cristallo nell’infanzia si associa alle principesche scarpette di Cenerentola, oggi è usato per definire due pratiche che rinforzano gli stereotipi di genere e contribuiscono a tenere fuori le donne, il soffitto e la scoglia di cristallo. Di cosa si tratta?

Negli ultimi decenni, il tema della parità di genere ha guadagnato sempre più attenzione, portando alla luce dinamiche di potere e barriere strutturali che ostacolano l’avanzamento delle donne nella società, nel mondo del lavoro e della politica. Tra le metafore più utilizzate per descrivere queste difficoltà, due in particolare emergono per la loro incisività: il “soffitto di cristallo” e la “scogliera di cristallo”. Questi concetti non solo spiegano i meccanismi di esclusione, ma evidenziano anche la necessità di strategie efficaci per superare queste barriere.

Soffitto di cristallo: una barriera invisibile

Il termine “soffitto di cristallo” (glass ceiling) ha preso campo negli anni ’80 per descrivere l’insieme di ostacoli invisibili che impediscono alle donne di raggiungere posizioni di vertice nel mondo del lavoro. La sua prima apparizione però risale al 1978, quando lo impiegò Marilyn Loden, manager della New York Telephone Co a una tavola rotonda della Women’s Exposition di New York. Loden, all’epoca 31enne, partecipava a un panel dedicato al modo in cui l’aspetto fisico potesse impattare e inficiare la carriera femminile.

“Mi sembrava che esistesse una barriera invisibile ai progressi, una barriera che la gente neanche vedeva, come un soffitto di cristallo.”

Marilyn Loden, 1978

In seguito, il termine venne ripreso su diverse pubblicazioni e iniziò a entrare nel linguaggio comune dopo un articolo del Wall Street Journal del 1986, firmato da Carol Hymowitz e Timothy D. Schellhardt.

Che cosa si intende per “soffitto di cristallo”? Questa espressione vuole restituire una fotografia in cui si trovano molte donne in campo professionale (politica compresa), ossia bloccate in ruoli intermedi senza la possibilità di accedere ai livelli dirigenziali più alti. Non contano le competenze, le esperienze e i meriti, il genere comporterà molto spesso un’interruzione delle opportunità di carriera. Quali sono le conseguenze? Alcune donne si orientano verso il lavoro autonomo, aprendosi però a diverse forme di incertezza (professionale ed economica). Altre rinunciano al lavoro e si dedicano alla famiglia. 

Questo, in particolare, avviene perché tuttora anche nei contesti occidentali il carico di lavoro domestico, in particolare la cura della famiglia, continua a ricadere in percentuali significative esclusivamente sulle spalle delle donne. Perché dover investire tutto il proprio stipendio, specie se non particolarmente significativo, in asili nido o babysitter per fare un lavoro che non offre opportunità di crescita e miglioramento (e probabilmente genera anche parecchie frustrazioni)? – si chiedono molte donne. È una buona domanda.

Soffitto di cristallo: discriminazione voluta o retaggio da mettere in discussione?

Il fenomeno del soffitto di cristallo è il risultato di pregiudizi impliciti, stereotipi di genere e culture aziendali che premiano modelli di leadership tradizionalmente maschili. È un problema circolare, in realtà, o una profezia autoavverante: la mancata presenza di donne in posizioni apicali favorisce e alimenta il pregiudizio che i vertici aziendali, manageriali e politici non siano adatti a loro. Peggio ancora, che le donne non abbiano le competenze o le qualità per occupare posizioni di vertice.
Questo anche perché gli stessi atteggiamenti assertivi – e anche un po’ aggressivi – che si riconoscono in un uomo come competenze da leader, nelle donne acquisiscono connotazioni negative.

Il problema del soffitto di cristallo è globale: secondo un rapporto del World Economic Forum del 2023, infatti, solo il 32% delle posizioni dirigenziali a livello globale è occupato da donne. In Italia, la percentuale scende al 28%, evidenziando come il soffitto di cristallo sia ancora una realtà ben presente. 

Cosa comporta nella pratica il soffitto di cristallo?

Un esempio significativo è quello di Mary Barra, CEO di General Motors. Prima donna a capo di un’azienda automobilistica di questa portata, ha comunque dovuto affrontare numerosi ostacoli prima di ottenere il ruolo, dimostrando che le donne possono superare il soffitto di cristallo, ma solo con enormi sforzi e determinazione.

In politica, si può trovare un esempio di soffitto di cristallo nell’esperienza di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Nonostante un curriculum di alto profilo, la sua candidatura ha dovuto affrontare ostacoli e pregiudizi che hanno contribuito alla sua sconfitta. In Italia, un caso analogo è quello di Emma Bonino, che pur essendo una delle politiche più esperte e rispettate, non ha mai ricoperto la carica di Presidente del Consiglio.

Il soffitto di cristallo può manifestarsi anche per chi raggiunge la posizione apicale ma subisce poi la frustrazione e la complessità di doversi giustificare continuamente per esserci arrivata: esempi di questa situazione sono Jacinda Ardern e Sanna Marin, rispettivamente premier di Nuova Zelanda e Finlandia, che pur essendo molto apprezzate dalla comunità internazionale hanno subito diversi attacchi – anche sul piano personale – e hanno deciso di dimettersi prima della fine dei rispettivi mandati per non rinunciare alla propria salute mentale.

Essere la prima donna a occupare una posizione apicale non vuol dire infrangere il soffitto di cristallo

In Italia probabilmente il pubblico generalista ha sentito parlare per la prima volta il termine “soffitto di cristallo” con l’insediamento del governo Meloni nel 2022 (la presidente del Consiglio ha rivendicato di aver rotto il “tetto di cristallo”), ripreso poi dalla ministra Roccella in vista dell’8 marzo lo scorso anno.

Tuttavia, è bene ricordare che il soffitto non crolla solo quando una donna riesce a raggiungere il vertice, ma quando si attuano politiche, si promulgano leggi o si modificano i cambiamenti aziendali in modo che la scalata per le altre donne sia meno ardua, proprio a cercare di instaurare un maggiore livello di parità di genere. Essere la prima in una posizione di vertice è un traguardo importante, ma se poi promuovono leggi che non solo non vanno a migliorare le condizioni delle altre donne, ma addirittura la peggiorano… il soffitto di cristallo è davvero infranto? O si lavora per rinsaldare le crepe?

Prendiamo il caso di Margaret Thatcher, prima donna a essere eletta a capo di un governo nel Regno Unito, che si dichiarava contraria a favorire l’entrata di più donne in politica, ritenendole non adatte al compito. E che si è impegnata a smantellare lo stato sociale, rendendo molto difficile la vita di tante donne britanniche che persero il lavoro o che dovettero rinunciarvi per occuparsi della famiglia.

La scogliera di cristallo: il pericolo del successo effimero

Se il soffitto di cristallo rappresenta l’impossibilità di avanzare, la “scogliera di cristallo” (“glass cliff”) descrive una situazione altrettanto problematica. Questo termine, introdotto nel 2004 dalla professoressa Michelle K. Ryan e dal professor Alexander Haslam (Università di Exeter), indica la tendenza per cui le donne riescono a ottenere posizioni di leadership solo in contesti di crisi o in ruoli precari. In poche parole, vengono chiamate a guidare aziende, istituzioni o organizzazioni in momenti di grande difficoltà, quando il rischio di fallimento è elevato.

Lo studio di Ryan e Haslam infatti ha rilevato che le donne hanno il 35% in più di probabilità di essere nominate a ruoli di leadership in aziende in crisi rispetto agli uomini. Questo suggerisce che le donne leader vengano viste come capaci di gestire situazioni difficili grazie a doti considerate “femminili”, come empatia e capacità di mediazione. Tuttavia, questa apparente opportunità si trasforma spesso in una trappola: se l’organizzazione non si riprende, la responsabilità del fallimento viene attribuita alla leader, rafforzando la convinzione che le donne siano meno adatte a quei ruoli di potere.

Tornando anche in questo caso alla politica britannica, si può citare il caso di Theresa May, diventata Primo Ministro nel pieno della crisi per la Brexit. May ha affrontato enormi difficoltà e alla fine è stata costretta alle dimissioni. Ma anche le…

Strategie per superare le barriere

per abbattere il soffitto di cristallo e prevenire le insidie della scogliera di cristallo, sono necessarie strategie mirate. Le aziende devono implementare politiche di promozione basate sul merito, garantire la trasparenza nei processi di selezione e promuovere la leadership inclusiva. Inoltre, è fondamentale supportare le donne con programmi di mentoring, formazione e networking, affinando competenze strategiche e di gestione del rischio.

Anche a livello culturale e politico è essenziale combattere gli stereotipi di genere e promuovere una rappresentazione equilibrata della leadership femminile. Solo attraverso un cambiamento sistemico sarà possibile costruire un futuro in cui il talento venga riconosciuto indipendentemente dal genere.

Scuola di politica Alla Pari
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